Capire e contrastare la ludopatia nel gioco online da casinò

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La ludopatia è uno degli argomenti che più di ogni altro in questi mesi si è fatto sentire soprattutto grazie alla nascita di numerose associazioni per la tutela dei giocatori costituite su proposta dei recenti interventi legislativi in materia.
 
Come anche il decreto Balduzzi sta per fare, gia molte norme in passato hanno regolamentato il settore per contrastare il fenomeno che va appunto sotto il nome di ludopatia. Per chi non ancora fosse erudito sulla questione, può sembrare opportuno chiarire taluni aspetti. Innanzitutto cosìè la ludopatia e chi è realmente il giocatore ludopatico.
 
A dire il vero, gia rispondere a questa domanda può apparire difficoltoso considerando che la malattia è di recente scoperta e non è stato ancora tracciato un quadro sanitario che stabilisca dei livelli, delle linee guida per definire chi possa considerarsi ludopatico e chi, seppur con sintomi simili, non lo sia o sia sulla strada per divenirlo.  A tal fine, per rispondere, prenderemo in prestito alcuni dati indicativi provenienti dall’Associazione Mondiale della Sanità: il giocatore ludopatico è colui che, per giocare, investe notevoli somme di denaro, anche più delle sue disponibilità (eccessi che sfociano in prestiti) e anche oltre quelle che sono le soglie consentite dal buon senso, dimenticandosi le proprie responsabilità familiari e professionali. I primi risvolti negativi infatti si hanno sulla vita familiare, sulla vita sociale e sull’ambiente lavorativo, dove il soggetto ludopatico mostra una certa emarginazione trovando appagamento e apparente benessere solo nel momento in cui gioca.
 
Secondo i dati forniti da enti di settore, la ludopatica colpirebbe soprattutto gli uomini, circa il 75%, con un profilo che va ben oltre da quelle a cui si può facilmente pensare. Infatti si è portati a pensare che il giocatore ludopatico, o che lo diventa, è il povero disperato che cerca fortuna per dare una svolta alla propria vita e che così facendo finisce solo per impoverirsi ulteriormente, attaccarsi al gioco e peggiorare definitivamente le proprie condizioni di vita. Invece non è così, in quanto il 90% degli uomini colpiti sono soggetti dai 30 ai 50 anni con istruzione e professione medio-alta e famiglia a carico.
 
La ludopatia è pertanto una vera e propria malattia che può colpire chiunque, anche chi non ha problemi di tipo economici (al massimo i problemi economici nascono successivamente …).
 
Le donne invece colpite  sono di gran lunga meno, ma c’è da considerare che le donne sono entrate nel gioco d’azzardo relativamente di recente pertanto le stime dovrebbero esser rielaborate più sul lungo termine per stilare un quadro preciso della situazione. Tuttavia diversi medici e psicologi ritengono che le donne vengono comunque meno colpite dalla ludopatia in quanto in esse è più sviluppato il senso di responsabilità ed il buon senso.
 
Infine le regioni più colpite sarebbero quelle del centro nord d’Italia nonostante il sud italia sia più propenso al gioco online rispetto a quello terrestre. Con questi dati alla mano riusciamo ora a immaginare la portata del problema che rischia poi di invadere anche le fasce più deboli dei minori e degli anziani. Da quanto detto si capiscono anche le tante preoccupazioni mostrate dai nostri enti e governanti che tentano in tutti i modi di prendere atto del fenomeno e di contrastarlo il più possibile.
 
Criticabile tuttavia è il modo. Siamo chiaro, non stiamo qui a fare i perbenisti, ma è facile intuire come limitare ad esempio gli spot pubblciitari, o prevedere una carta sanitaria per giocare ad una slot machine e cose simili siano condizioni piuttosto povere che a primo acchitto non sembrano esser sorrette dall’effettività. Le limitazioni previste risultano non solo efficaci per contrastare il fenomeno, ma su d’altro versante tagliano le gambe agli operatori del mercato del gaming live e online facendo anche perdere terreno verso operatori esteri.
 
Probabilmente sarebbe necessario entrare un po più nelle radici del problema tentanto di capirne i profili socio culturali che spingono poi il soggetto a giocare in maniera compulsiva. Facile parlare? No, credo sia anche facile agire. Nessuna limitazione di spot pubblicitari.
 
Mettiamo lo spot durante un programma per adolescenti difficilmente potrà portare il minore a voler provare il gioco d’azzardo. Perché a questo punto il minore non dovrebbe più entrare nemmeno in un bar o un tabacchi, dove sono esposti centinaia di gratta e vinci e cartelli per incentivare l’acquisto (tipo: Qui sono stati vinti xxxxx euro, ecc) o dove sono presenti le lucenti ed ammalianti slot machine. Insomma credo che affrontare il problema richieda un approccio del tutto differente.
 
Prima di tutto, per salvare chi ne è gia colpito, è necessario che la medicina stessa riconosca la ludopatia come malattia ufficiale. Le conseguenze di una tal introduzione sarebbe importante considerando che le strutture sanitarie attuali dovrebbero poi adeguarsi con sale, strumenti, macchinari e staff apposito per accogliere e curare i malati.
 
O anche delle strutture o centri ad hoc per aiutare chi ne è colpito come nei casi di tossicodipendenza o alcolismo. Altri soldi che devono uscire dalle tasche dello Stato? Basterebbe che una mimima percentuale delle tasse sulle entrate dal gioco d’azzardo fossero dedicate al problema e da sole basterebbero per coprire l’intero territorio nazionale. Questo è solo un esempio, il più semplice ed immediato che mi viene in mente ora, ma si potrebbe continuare per ore a discutere sull’argomento e cerare soluzioni al problema.
 
Con riferimento invece alla prevenzione invece credo che non esiste e non esisterà mai la misura preventiva perfetta, sicuramente efficace. Ogni soggetto è diverso dall’altro e così come c’è la persona con carattere forte, c’è anche quella debole e più esposta. C’è chi più esposto alla droga, chi più all’alcool, chi più al gioco. Dipende, e contro la droga le campagne in questi ultimi 20 anni si sono sprecate. 
 
E cos’ è accaduto? Che oggi il numero di usufruitori  di sostanza stupefacenti è aumentato. Da ciò capiamo che fare campagne pubblicitarie anti gioco, limitare qui e la con la speranza che la persona non vede e quindi non ci pensa, appare effettivamente un illusione.
 
La prevenzione dovrebbe partire dalla diffusione del problema. Spiegare a tutti cos’è la ludopatia e a cosa porta. Toccare insomma il profondo delle persone, renderle forti dal primo momento in cui si avvicinano ad un gioco in modo da saper subito scindere autonomamente la fase divertimento da quella dipendenza. Poi che qualcuno ci cadrà questo è inevitabile. Credo che effettivamente uno Stato non dovrebbe metterti i bastoni tra le ruote, tanto se si vuol fare una cosa la si fa lo stesso.
 
Credo che il suo compito sia quello di istruire per bene i suoi cittadini, farli uscire dall’ignoranza, una volta istruiti il suo compito preventivo è terminato. Tutto il suo impegno deve ricadere invece per chi invece vuole farsi aiutare, per chi ha deciso di voler uscire dalla malattia.
 
 Le iniziative inserite nei casino aams a riguardo sono casi di scuola. L’utente, prima di iniziare a giocare, può impostare autonomamente i limiti alle sue giocate. Questa è arte! Io ti do gli strumenti per non farti cadere in trappola, ora sta a te usarli con criterio e buon senso.
 
La prima volta non li userò perché voglio divertirmi; e probabilmente nemmeno le volte successive li userò. Poi li proverò quando le perdite cominciano a farsi considerevoli. Infine se mi accorgo che ho un problema e voglio uscirne oppure  voglio evitare di cadere ancora più a fondo, allora li userò sempre.
 
Come fermare la Ludopatia nel gioco online di Daniele Paveniti - Analisi delle possibili cause della ludopatia online e come dovrebbero prevenirla - Data: