Il sistema del gioco a due per vincere alla roulette

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Oggi andrò ad esporvi una sorta di sistema per roulette che ho inventato personalmente.
 
A dire il vero, non è tra quelli che ritengo più scientifici e studiati, infatti esso è nato dall’osservazione al tavolo di altri giocatori, ma ogni volta che l ho praticato ha sempre funzionato egregiamente anche se le vincite a volte, dopo qualche ora, erano di poche decine di euro.
 
Il sistema è nato da una mia intuizione mentre cercavo di applicare un giochetto psicologico che mi raccontò un vecchio uomo superstizioso ad un tavolo. Non che abbia mai creduto alle sue parole, tuttavia quelle parole non erano così infondate e sembravano dette da qualcuno che la sua bella esperienza ai tavoi l’aveva.
 
Il sistema inziale si basava sulla psicologia: osserva per qualche colpo, anche 10 o 20 o 30 se necessario, i giocatori al tavolo senza mai giocare. Tra i giocatori c’è sempre qualcuno che perde più degli altri perché è nella sua giornata totalmente nera. L’osservazione va fatta bene perché il fatto che perda o vinca non si deve evincere dal numero di fiches in possesso bensì dai volti, spesso amareggiati e sfiduciati, dagli atteggiamenti quasi meccanici, privi di vitalità di quei giocatori che ormai son convinti che non è la loro giornata.
 
Il sistema del vecchio uomo era semplicemente questo qui: trova chi è nella sua giornata nera e gioca il suo opposto. Quindi se lo sfigato giocava rosso, lui giocava nero e così via. Queste erano le parole per me dette da chi crede nella sfortuna ecc, cose per me inammissibili.
 
Tuttavia la parte sulla psicologia del giocatore che sta perdendo mi aveva  colpito in qualche modo. Effettivamente, quando un giocatore sta perdendo, soprattutto se ha poca esperienza, si fa prendere da quei sentimenti negativi che lo conducono sempre più nel baratro.
 
Parlo di quelle convinzioni negative che io stesso insegno prima di iniziare a giocare: essere sempre positivi, non lasciarsi mai travolgere dagli eventi, farsi prendere dalle emozioni, ecc. Tutti concetti che io ritengo validi e che continuo a divulgare a chi mi segue.
 
Insomma, se comincia a perdere e dimentichi gli atteggiamente mentali che servono per giocare in maniera razionale allora continui a perdere. Pertanto decisi di sfruttare questa cosa a mio vantaggio: trovare lo sfigato al tavolo e sfruttare il suo atteggiamento negativo verso il gioco.
 
Ci provai un paio di volte: trovai la persona secondo me giusta, cominciai a giocare l’opposto, dopo molte ore mi ritrovai che stavo perdendo perché lo sfigato aveva avuto dei coli fortunati che gli avevano risollevato il morale.
 
La seconda volta invece vinsi poco più di quello che era necessari per rimanere in pari. Insomma, due sessioni non mi avevano convinto. E’ vero avevo perso pochissimo e vinto altrettanto, ma a questo punto non valeva la pena perderci tempo.
 
Spiegai la cosa ad un amico che ogni tanto mi accompagnava in questi tour e riprovai una terza volta. Purtroppo fu un completo disastro. Ma ecco l’intuizione. Il mio amico mi fece notare che al tavolo ero quello che aveva perso di più in quella sessione. Quindi afferrai che lo sfigato di turno ero io e se qualcun altro avesse giocato  il mio opposto avrebbe vinto un  bel po. E da li è nato il sistema a due.
 
Dissi al mio amico di cominciare a giocare insieme. Io trovavo un presunto sfigato e lui puntava a sua volta il mio opposto: una sorta di catena di sfigati! Ovviamente, avendo diviso il capitale in 2, se io vincevo lui perdeva e viceversa, ci saremmo trovati comunque sempre in pari e la cosa non aveva senso.
 
Così affinai il metodo: ogni volta che vinco io diminuisco la puntata prima di tre pezzi, poi di 5 e cosi via fino al limite del tavolo, ogni volta che perdi tu invece l’aumenti di due pezzi la giocata. In questo modo si creava l’equilibrio: chi vinceva rischiava di perdere meno in caso di colpo negativo, mentre chi continuava a perdere si trovava a recuperare più pezzi quando gli arrivava il colpo fortunato. Alla fine della giocata, il bilancio tra i due si chiuse in positivo e ci dividemmo la vincita orgogliosi del nostro gioco.
 
Il metodo a due su descritto pertanto richiede una sorta di società con un altro giocatore che punta il nostro opposto. Le puntate invece seguono delle procedure diverse. Spieghiamo meglio questo aspetto.
 
 Se ad es il limite del tavolo è un euro. Io punto rosso e il socio nero. Tot 2 euro investiti che torneranno intatti nelle nostre tasche dopo la giocata.
 
Se ho perso io alzo la puntata successiva di 2 pezzi e quindi punto 3 euro rosso , il socio vincente invece continua a puntare 1 euro sul nero. Se perdo ancora io ci troviamo con un passivo di 1 pezzo, quindi -1.
 
Ripunto io rosso ma stavolta 5 euro (3 di prima piu 2 di incremento) e il socio sempre 1 euro. Vinco io: il socio perde un pezzo che sommato a quello del bilancio precedente fa -2. 10 pezzi li vinco io quindi il bilancio sarà un +8. Se avessi perso di nuovo io ora ci sarebbe un passivo di -5 e continurei ad alzare di due.
 
Invece continuando la prima ipotesi, stavolta ho vinto io, quindi devo abbassare di 3 perché ho vinto: gioco io 2 euro (5 di prima – 3), il mio socio che ha perso invece punta il mio opposto di 3 euro perché ha incrementato la puntata iniziale di 1 euro + i due euro di incremento. Ecco che questa rappresenta una mano di transizione dove non si vincerà o perderà nulla e rimarremo sempre a +5 perché stiamo puntando la stessa somma su chance opposte. Tuttavia la fase è importante per designare chi continuerà ad alzare e chi dovrà abbassare la posta.
 
Facciamo l ultimo colpo, tanto credo che ormai l’esempio è chiaro: se vince lui il prossimo colpo, lui punterà 5 ed io il limite del tavolo che è uno, se vince lui anche dopo avremo una vincita totale di 8 pezzi che si sommano al + 8 precedente, quindi un totale di +16. In caso contrario, che il socio perda, perdiamo 3 pezzi che meno gli otto ci fanno andare ad un +5 nuovamente.
Questo è quindi un sistema che ben potrete fare a due se avete un amico o una donna con cui fare una società.
 
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