Vlt tra nuova tassa, ritocco del payout e altri operatori

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Il mercato delle videolottery italiane, pur essendo florido e tecnologicamente avanzato, non si capisce bene in che direzione stia andando.
 
Si tratta infatti di un tipo di mercato che si trova all’apice ma che, stando alla situazione attuale, ha un futuro indecifrato.

Questo stato di preoccupazione e indeterminatezza circa l’evolversi del settore vlt, deriva innanzitutto dall’aumento della tassazione imposta dal Legislatore, che, dall’inizio dell’anno, sta compromettendo sia la produttività delle sale gradi che di quelle piccole, le quali rischiano di non restare a galla in questo meccanismo.
 
La nuova imposta arriva proprio nel momento peggiore, quando le persone  hanno cominciato a tagliare sulle spese di gioco e si è cominciata ad avere una riduzione della redditività.

Questa nuova situazione tributaria impone di trovare delle soluzioni, e si pensa di ricorrere al payout (ovvero la percentuale o tasso di vincita dei vari giochi di casino) per recuperare una fetta delle vincite destinate al fisco. Ma per modificare le percentuali legate al gioco, bisogna di nuovo certificare i sistemi di gioco, intasando la Sogei (Società Generale d'Informatica S.p.A.) che gestisce il sistema informativo del gioco pubblico per conto di AAMS, e creando quindi un’attesa troppo lunga.

C’è inoltre, allo stesso tempo, il problema legato alla tassa sulle vincite superiori a 500 €, con la quale devono confrontarsi sia gli operatori che Sogei, e che a questo punto dovrebbe essere procrastinata all’anno prossimo appunto per agevolare sia le difficoltà burocratiche per gli operatori che tecniche per i gestori del sistema informativo.

In questa situazione non c’è posto per chi vorrebbe immettere sul mercato italiano nuove piattaforme, che dovranno essere “congelate” almeno fino alla metà del 2014. Ciò corrisponde a una conseguente naturale limitazione del mercato, che non può momentaneamente aprirsi a nuovi operatori e alle innovazioni del settore. Senza contare che gli operatori già inseriti esprimono anch’essi delle lamentele, come si evince dalle parole di uno di essi: "In un mercato così performante e così incentrato sul prodotto, serve la massima operatività nell'aggiornamento del prodotto stesso con un ritmo che dovrebbe essere di uno o due giochi a nuovi settimana, come avviene nel mondo dell'online. Mentre qui non abbiamo più nuovi giochi da mesi per via delle omologhe ingessate".

C’è anche una parte degli operatori che prospetta già la chiusura di diverse sale a causa di quel 5% di imposta che on fa altro che “rovinare un mercato che era partito con uno slancio notevole”, come osservano in molti appartenenti al settore.

Si avanzano, ovviamente, possibili soluzioni, tra cui quella affidare la competenza delle videolottery ad enti di certificazione, come già successo per altri giochi che erano in mano a Sogei in un primo momento. Secondo gli addetti ai lavori, questo tipo di scelta accelererebbe il sistema di certificazione e, di conseguenza, l’introduzione sul mercato di innovazioni nel settore gioco.

Gli enti di certificazione esprimono la loro opinione attraverso le parole di Filippo Ferri, responsabile di ‘Gli Italia’ -: "Da parte nostra tale soluzione sarebbe del tutto auspicabile oltre che decisamente razionale  Va sicuramente evidenziata la necessità di introdurre tali sistemi di gioco sul mercato attraverso il controllo di Sogei, che ha tutte le competenze e professionalità per operare nel modo migliore, - aggiunge - ma ora che il mercato è stato avviato, risulta impensabile che si possano avere dei rallentamenti nello sviluppo del settore per via di un carico di lavoro eccessivo che non si riesce a smaltire".

 
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